CONTROMATTINALE 100/23

“Due galli in un pollaio non possono coabitare”, vanno tenuti separati aggiungo io alla frase, fatta ma molto realistica. La ricordo utilizzata ormai una vita fa da parte di un mio cliente, Giorgio quasi amico che si riferiva ad un suo collega, Massimo mio amico senza quasi e soprattutto molto leale il secondo a differenza del primo. Il gallo autentico era Massimo e non aveva dovuto combattere e nemmeno rivendicare il proprio ruolo naturale in quell’importante azienda per il nutrimento della prima infanzia che era allora mio cliente in pubblicità con i due che avevano uffici contigui.

La coppia Renzi Calenda mi ricorda un po’ quella situazione di cui fui sollecito spettatore, a quei due ero legato sia per amicizia che per interesse professionale, e i due politici sono per certi versi, per posizioni politiche critiche non solo verso destra, piuttosto attraenti per me. No, non attrattivi, il vocabolo non mi garba, al di la del suo significato che non mi sembra difforme dal primo. Gallo Renzi e lo conosciamo ormai da molto tempo, sia come governo che come opposizione, sia come maggioranza interna al Partito che poi in opposizione alla dirigenza a lui succeduta. Di Calenda politico credo di sapere di meno ma di entrambi credo di conoscere alcuni aspetti caratteriali, dirette conseguenze degli ambienti familiari da cui provengono.

Anche volendo ignorare il soma, ovvero l’aspetto fisico del padre di Renzi, i suoi precedenti giudiziari potrebbero metterci in allarme. Certo, i figli non possono essere chiamati a prendersi carico delle malefatte dei padri ma sospettare che parte dei disvalori del primo possano essere transitati o perdonati dal secondo potrebbe non essere errato. Non tanto una faccenda di DNA quanto piuttosto secondo me, ambientale culturale. E infatti, se il soma ci dice qualcosa, fra Renzi e Calenda ci sono molti elementi di separazione. Del resto se Renzi dispone di un’ ascendenza diretta imbarazzante, il suo socio del momento non è da meno, mutatis mutandis. Immagino sia noto a tutti come Calenda sia figlio e nipote di cineasti, con la madre Cristina che era figlia di Luigi Comencini, quel regista che in più di un film trattò di bimbi usando per le riprese, bimbi e non nani adulti e lei stessa cineasta.

Lo ricordo ancora, ormai la bellezza di più di quarant’anni fa. Comencini nonno doveva girare per un mio cliente, forse dei Carosello, sicuramente dei filmati pubblicitari e malgrado il mio entusiasmo di cinefilo “Evviva, lavorerò ed interagirò, niente di meno che con Comencini”, ricordo sia la lavorazione, preparazione e riprese successive sia soprattutto la pausa pranzo. La produzione aveva provveduto a fornire i classici cestini che chi lavora nel Cinema sa essere indispensabili in caso di riprese in esterni. Noi eravamo, credo, in una palestra scolastica e ricordo ancora, quasi con pena, quell’ometto che per me era già anziano, tutto solo e in disparte che mandava chiari segnali muti di volontà di solitudine, l’opposto di quanto accade in questi casi e infatti in situazione molto simile divenni amico di Vittorio Taviani come di altri meno noti ma che lavoravano a cavallo fra Cinema spettacolo e Cinema commerciale, fra Pubblicità e filmati aziendali.

Essere figlio di una regista che sputtanò il proprio padre, dettagliando le motivazioni che fecero di lui un maestro del Cinema dedicato ai giovani che vedeva attori giovani, non deve essere stato per nulla facile, sia psicologicamente che poi socialmente. Calenda mi sembra abbia reagito bene e dalle regie di famiglia è passato alle regie alchemiche della Politica. Per quanto io possa vedere dal di fuori i due soci scalpitanti, sento che il figlio e nipote dei registi non manchi di piglio autorevole, forse autoritario, sicuramente autoreferenziale. L’altro, già sindaco di Firenze e segretario ha già potuto godere di spazi di manovra come sindaco, poi come capo del Governo e segretario di Partito. Se fossi chiamato a scommettere in alternativa fra i due sarei davvero in grande imbarazzo. Quello stesso che provo attualmente ogni volta vedo in televisione Renzi, sempre meno difendibile e sempre più Narciso. Poi considero il soma di Calenda che mi tranquillizza e mi sembra rassicurante ma una cosa è la confezione e altra è il prodotto, più o meno fresco ed appetibile se di tipo alimentare. La Politica ci ha abituati da molti decenni allo show e soprattuto ai personaggi, fenomeno non creato da Berlusconi ma da lui portato alle estreme conseguenze. Sarà per questo che oggi non scommetterei nulla sulla vita futura del Terzo polo, due galli nel pollaio non coabitano, aveva ragione il mio cliente amico. O era quasi? Tendo a confonderli fra di loro, dopo almeno tre decenni e con l’amico, quello vero, Massimo che ci lasciò quando era ancora molto giovane e in piena carriera in Barilla a Parma e l’altro a Saronno, sede della Lazzaroni.

One thought on “CONTROMATTINALE 100/23

  1. Bello,giusto,io ho votato per loro con scarsa soddisfazione.
    Spero si allegano in futuro e formino una coalizione di centro sinistra.

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