CONTROMATTINALE 167/19

Mai come oggi che è Ferragosto avrei voluto scrivere un pezzo leggero, se non ottimista ma poi le notizie non me me offrono lo spunto. Solo nella mia email trovo la storia di un giovane vice questore che negli anni bui, si chiamava Angelo De Fiore e veniva dal Sud, angelo anche di fatto, salvò numerosi ebrei e perseguitati dal fascismo. Insomma, indietro di più di settanta anni per trovare un po’ di luce.

Ieri a Genova Salvini e Di Maio non solo si sono ignorati ma hanno scelto di non condividere nemmeno il segno di pace, quella stretta di mano che spesso si svolge fra sconosciuti, contigui in chiesa, ed è parte del rituale cattolico odierno, forse recupero dal passato remoto. Non basta una tragedia o una prima fase di normalizzazione dopo quella, per stemperare tensioni ormai all’apice. Ormai il braccio di ferro fra Ministro degli interni ed altre Istituzioni, la brutta faccenda che vede la Open arms in una  fase di conflitto, fra Salvini che la vuole fuori e altri che la invitano ad entrare. e sono pentastellari, segna parecchi punti a favore del Matteo, quello al governo  e non ancora dimessosi.

Fin troppo facile ricordare che sarebbe stato molto meglio non aspettare in acque internazionali e fare rotta sulla Corsica, due giorni di navigazione col motore al minimo di giri.  Il guaio è che la Francia che non è sovranista, forse, che non ha una crisi politica in atto, sicuramente e che non ha Salvini o la Le Pen al governo, non avrebbe comunque lasciato entrare i richiedenti asilo politico. Allora, diciamolo chiaramente. Salvini potrà anche non piacervi ma gli altri, in giro per l’Europa? Il massimo di apertura sono le possibili suddivisioni da assorbite dai pochi stati disponibili, in piccoli gruppi e tutto andrebbe bene mentre è il Trattato  di Dublino che sarebbe tutto da rivedere. Dunque, è solo Salvini ad essere brutto, sporco e cattivo o anche i suoi camerati del’Est? E tutti gli altri nostri partner europei,  Spagna e Francia per prime? Loro non sono mica sovranisti, eppure…

Sei milioni è un numero che mi mette subito in allarme, perché mi ricorda la tragedia immane, potete capirmi, spero. Se dunque sento dire che in Siberia se ne sono andati per migliaia di incendi, grazie a siccità da cambiamento climatico, sei milioni di alberi, mi sento male. Un patrimonio boschivo in fumo che, volendo, richiede generazioni umane, pare più di un secolo, per essere recuperato come era, appena pochi giorni fa. Un polmone  forse non pari a quello amazzonico ma altrettanto vitale e invece se ne va in fumo, non dai camini dei mattatoi di Mathausen ma in atmosfera, comunque. Sei milioni di esseri viventi, anche se vegetali al cui interno però tutto l’ecosistema, zoologico anzitutto, finito, sradicato, azzerato. Ci dicono, i biologi e gli zoologi, che conosciamo da un quarto ad un terzo, al massimo,  delle forme di vita oggi sul nostro pianeta. Il rischio è che molte di queste non le conosceremo mai, perché le avremo distrutte prima di averne fatto conoscenza. Continuo? Meglio di no e Buon Ferragosto.

Da domani interrompo per qualche giorno e il Contro, già discontinuo per la stagione estiva, va in breve letargo.

Leave a comment