CONTROMATTINALE 86/22

Comincio questo mio pezzo dopo pochi giorni di assenza e dopo aver passato un brutto quarto d’ora: il mio blog, questo storico spazio che alcuni di voi, benevoli, seguono con gentile sollecitudine, non mi riconosceva più come autore e c’è voluto del bello e del buono per rientrare, mentre non so ancora se poi funzionerà, se la grafica scelta a suo tempo sarà rispettata. In buona sostanza, se esisto o no.

Lo so, sto drammatizzando eccessivamente, esisterò anche se e quando non sarò più in grado di digitare e leggere, evento che mi auguro di non dover sperimentare ma cui sono preparato, figlio come sono di centenari che, inevitabilmente, alla fine non disponevano più di alcune capacità fisiche di base. Eppure ho da anni un riferimento interessante, quel Mario Foah (Foà) ormai ultra centenario con cui si dialoga con l’oceano in mezzo e con cui, tenendo conto dei fusi orari, parlo in video conferenza come fa lui con molti suoi parenti che vivono in Italia. Fratelli e cognate, nipoti assortiti ed amici di lunga data che Mario incontra ormai virtualmente, tenendosi aggiornato.

Di Mario ho già scritto più volte in questo spazio, perché è un personaggio che merita di essere conosciuto e fu proprio in quell’ottica che scrissi poche pagine che poi pubblicammo sotto il titolo Mario Foah, Eroe dei due mondi, proprio per ricordare come lo definiva scherzosa mia sorella Laura, compagna dei suoi ultimi anni felici. Se Mario si è adeguato alle nuove offerte della tecnologia moderna ci sono giovani che, al contrario, sembrano volersene tenere distanti.

Poco fa ascoltavo per radio la storia di un sedicenne, un ragazzo che scrive molto bene e che ha deciso di non usare il famigerato telefonino, ovvero lo smart phone che a me consente, ad andare bene, telefonate peripatetiche ma ai tecnologi più elementari offre attività sofisticate, come orientarsi perfino nel deserto. Se io non penso di avventurarmi in zone desertiche sembra che anche il sedicenne escluda di usare il proprio cellulare per cazzeggiare con gli amici e con le amiche. Lui in tasca lo porta ma non lo usa mentre accetta solo sms in entrata che legge con comodo e che non è detto avranno risposta. Vi stupisce se vi confido massima simpatia verso questo ragazzo che credo crescerà bene e diventerà un laureato di buon livello? In fondo di uomini massa ce ne sono troppi, di eccezionali positivi pochissimi ma quelli sono considerati eversivi, lontani dai modelli noti e quindi da considerare con diffidenza. Molto più “normali” le bulle, sedicenni anche loro, che vessavano perfino fisicamente una compagna resa succuba e poi mostrata in video scellerati. Denunciate per queste loro violenze, temo siano molto più frequenti del loro coetaneo che non usa il cellulare e chissà anche quanti altri episodi o perfino azioni continue avvengono senza che se ne sappia nulla e che la vittima venga liberata.

I giovani sono potenzialmente tutto; dalla genialità alla peggiore criminalità e chissà come si comportava Hitler a scuola. Forse era perfino rispettoso delle autorità, impaziente di sostituirsi poi a quelle.

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