CONTROMATTINALE 284/22

Sono talmente allergico alle ricorrenze, perfino agli stessi compleanni, che da molti anni vivo con un qualche pesante imbarazzo le date che dovrei ricordare ma che, al contrario e forse in maniera nevrotica, tendo a dimenticare. Ci sono poi le date canoniche, dal Natale cattolico al cambio di anno e a quelle non posso sottrarmi, inevitabilmente. Una data che invece mi sfugge, credo istituita di recente, è quella relativa alla violenza contro le donne e penso fosse ieri. Ieri sera la programmazione di prima serata su Rai tre era coerentemente basata su un film britannico che ci illustrava le tristi vicende di una moglie, madre di due piccoline e funestata dal tipico marito violento. Le violenze, domestiche ma non solo, vedono spesso maschi immaturi e nevrotici che scaricano le proprie frustrazioni sulle donne delle loro famiglie. Che si tratti di mogli, fidanzate, compagne o figlie, la violenza fisica, anche di sovente psicologica, è troppo spesso presente nella dinamica di coppia e perfino in quella familiare. Padre e figlie e perfino figlio maschio e madre dolente.

Nel corso dei millenni l’organizzazione sociale si è basata sul patriarcato, molto raramente sul matriarcato, talmente poco diffuso che scommetto come nessuno di voi che mi leggete sappia citarne almeno un caso, al di la del mito delle Amazzoni. E’, per altro, molto facile ricordare come, fin dai primordi, il maschio provvedesse a procacciare cibo e protezione mentre le femmine allevavano la prole e trasformavano i frutti della caccia e della pesca in alimentazione di gruppo. Il maschio dominava, la femmina subiva e questo dato lo si può leggere anche oggi, perfino nelle modalità di rapporto intimo col maschio dominante e la femmina compiaciuta, se non sempre, spesso o spessissimo. Infatti, in barba alla nostra evoluzione socio culturale, a letto si ripropongono schemi ultra millenari. Non a caso perfino le religioni moderne tendono a suggerire un’armonia di coppia in cui non esiste piena parità quanto, piuttosto, separazione dei ruoli e, spesso, pazienza femminile. Infatti troppo spesso la mancata pazienza della donna la trasforma in paziente sanitaria e mentre possiamo contare quasi agevolmente gli uxoricidi, molto più problematico diventa il conto delle lesioni, più o meno gravi. Quanti incidenti domestici, scottature e fratture, sono davvero frutto di caso ed imprudenza e non della violenza incontrollata del maschio?

Il film di ieri sera, apparentemente positivo ed ottimista, racconta la storia di riscatto della donna, appoggiata prima solo dalla sua datrice di lavoro, un’invalida che in breve passa dall’essere vessatoria alla piena solidarietà nei confronti della propria badante e domestica, raccoglie attorno a sé dei volontari che le tirano su, lavorando nei week end, la casetta prefabbricata a basso costo che fra sottoscrizione familiare e manovalanza amicale è lì, nel terreno regalato dalla burbera benefica.

Se a questo punto vi aspettate lo happy end, l’inaugurazione della linda casetta monofamiliare, tutta tronchi esterni e immacolati interni, posso dirvi che una grande festa d’inaugurazione ha davvero luogo ma poi è seguita dal rovinoso e definitivo rogo della nuova residenza. Non ci consola apprendere notizie dell’arresto con la severa condanna del violento piromane, lo stesso che si dipingeva come pentito e redento. Per fortuna l’amaro finale riscatta una trama che sembrava molto orientata all’ottimismo di maniera. Uomini violenti ci sono e ci saranno sempre, così come sempre avremo donne succube e perfino conniventi. Da ex marito di un primo matrimonio e da maschio che ha cercato sempre di non essere bieco, magari non riuscendoci sempre, mi sento di dire come sia davvero difficile trovare equilibrio nella materia. Potrei scatenare una polemica di genere se, ad esempio, citassi la schizofrenia di coppia che vede totale parità quando si è in posizione verticale e che cambia subito modalità nell’intimità orizzontale, non tanto su un prato fiorito quanto in camera da letto. La Biologia prevale su Cultura ed emancipazione di genere? La moderne manager, in camera da letto diventano delle succube o piuttosto, delle uome, dominanti ed umilianti nei confronti del maschio? A questo dovreste rispondere voi, a me manca esperienza diretta illuminante, al di la di qualche mia ipotesi che non sarebbe dimostrabile facilmente.

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